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OTTO’S HOUSE

2015-2017 _ PRIVATE HOUSE

Renovation of stone building in the historic center

Budoia (PN)

Photographs: Mattia Balsamini

La casa di Otto è una delle case storiche di Budoia, un piccolo paese della pedemontana Pordenonese.

Anche questo edificio,come gran parte delle costruzioni storiche più povere, è stato realizzato con murature portanti in sasso del vicino torrente Artugna ed orrizontamenti in legno di castagno

Sebbene il forte sisma del 1976 non abbia provocato danni rilevanti alle strutture, di certo le condizioni statiche  non ne permettevano l’utilizzo, da ciò la volontà dei nuovi proprietari di restaurarlo affidandosi allo studio ELASTICOSPA+3 che nel paese ha una sede e da cui sono stati coordinati altri lavori nella zona come per esempio la Yuppie Ranch House, la Piazza dell’ “Uccello Caduto” e casa “Top Gun”.

Progettare in un tessuto storico conosciuto ed amato dopo aver assistito  allo scempio dovuto ad interventi di restauro e manipolazione fintamente filologici, ha provocato nei progettisti un senso di  insicurezza e di grande responsabilità e con essi la consapevolezza di tenere in mano uno degli ultimi frammenti di una storia antica, un frammento prezioso, sopravissuto nel tempo grazie alla sua fragilità, alla sua povertà e grazie anche all’essenzialità dei mezzi con cui era stato costruito.

Alcuni interventi degli anni ’70 e ’80 avevano lasciato il loro segno trasfigurando per sempre alcune aperture ed alcune finiture del piano terreno verso il cortile,la testimonianza di un modo di pensare che in questo caso fortunatamente ha intaccato poco l’edificio originario mentre in altre occasioni ha devastato importanti costruzioni storiche ed interi stralci di valore del tessuto urbano originario.

Ma come ristrutturare in zona sismica senza intaccare l’edificio originario, senza alterare le proporzioni e sopattutto senza perdere quel senso di fragilità che per i progettisti era la cosa più preziosa della casa?

Elasticospa+3 ha deciso di intervenire in modo invisibile all’esterno, come si trattasse di un monumento disponibile solo nel suo interno, dove le esigenze del vivere contemporaneo avrebbero comunque trasformato lo spazio e con esso il linguaggio ed i materiali.

Per questo solo dentro, i muri  di tamponamento in sasso si alternano alle strutture portanti di cemento armato gettato in casserature in legno che,  ordite finemente producono un effetto morbido, adatto all’utilizzo domenstico dell’edificio.

Una scala scultorea, fulcro del nuovo intervento, collegando i vari piani e separando i diversi ambienti, ha una funzione distributiva ma anche strutturale in quanto con la sua forma funge da controvento per l’intero edificio affidando agli altri setti la sola funzione di resistenza ai carichi verticali.

E’ una struttura scultorea inaspettata all’interno di un sistema di spazi regolari che lavorano sul rapporto tra i diversi materiali, un accento di colore e materia che denuncia contemporaneamente la sua funzione strutturale e decorativa.

Ritornando all’esterno ci si rende conto che la fragilità dell’edificio, la stratificazione degli interventi  e la patina del tempo sono un valore forte per questa parte del paese che ancora presenta dei brani di genuina rusticità.

Per mantenere la leggerezza e la fragilità dei ballatoi nel progetto sono stati  utilizzati profili metallici di rinforzo che a tratti rivelano la loro presenza e a tratti si mimetizzano con i sottili impalcati  della struttura lignea originale.



Project design: ELASTICOFarm

Team:  Stefano Pujatti, Alberto dal Maschio Valeria Brero, Daniele Almondo, Andrea Rosada, Serena Nano, Marco Burigana, Marco Zambrino, Monica Ierace

Client: Private

Size: 300 mq 

Progress: Built